In passato, chi necessitava di un prestito in banca ma non poteva offrire nulla a garanzia, chiedeva a personaggi più facoltosi di fare da garanti nei confronti dell’istituto di credito.
Questo principio viene ancora oggi applicato quando si stipula una fideiussione.
La fideiussione è un negozio giuridico regolamentato e si fonda sul principio secondo cui il fideiussore garantisce un’obbligazione altrui, ad esempio di un debitore nei confronti di un creditore, impegnandosi economicamente in prima persona nei confronti di quest’ultimo.
I soggetti che ruotano attorno alle fideiussioni sono tre:
- il debitore (chi stipula l’assicurazione)
- il beneficiario (chi chiede al debitore di stipulare l’assicurazione)
- il fideiussore (la compagnia assicurativa che emette l’assicurazione)
Quando viene richiesta una fideiussione?
Di solito una fideiussione viene richiesta quano alcuni enti, pubblici o privati, a fronte di un contributo, di un finanziamento o di una linea di credito concessi, vogliono essere garantiti dal buon esito dell’operazione svolta.
La “garanzia sul fare”
Fra i casi più frequenti di enti che richiedono la stipula di una fideiussione vi è quello degli enti pubblici.
Lo fanno, ad esempio, quando erogano un contributo economico a un’impresa privata con la finalità di creare nuovi posti di lavoro (cosiddetto incremento occupazionale).
Immaginiamo che una Regione si accordi con un imprenditore proponendogli di assumere cinquanta nuovi operai a fronte di un contributo sostanzioso per ammodernare capannone e macchinari.
L’imprenditore accetta di buon grado, però ha bisogno di due anni per portare a termine il progetto e di un’anticipazione di cinquecentomila euro.
La Regione, al fine di non incorrere in una sgradita sorpresa, cioè quella di anticipare il contributo senza che poi ci sia realmente l’incremento occupazione concordato, chiede all’imprenditore di stipulare una fideiussione fino alla fine del progetto.
In questo modo, nel momento in cui l’azienda non dovesse essere in grado di portare a termine il progetto stesso, cioè assumere i cinquanta operai, la Regione potrà comunque recuperare quanto anticipato.
Questo tipo di fideiussione viene di solito denominata “garanzia sul fare”, perché presuppone un’obbligazione contrattuale legata allo svolgimento di una specifica attività.
La “garanzia sul dare”
Un’altra fideiussione è invece quello denominata “garanzia sul dare”.
Il concetto è molto semplice: io mi obbligo a dare una determinata cifra entro un certo periodo di tempo e a garanzia dell’obbligazione stipulo una fideiussione.
Un tipico esempio di garanzia sul dare è quello legato ai contratti di locazione.
Stipulo un contratto di locazione della durata di sei anni e mi impegno a pagare settantaduemila euro di canone fino alla scadenza dello stesso, cioè mille euro al mese.
Il locatore, per evitare il rischio di non ricevere i canoni mensili, mi obbliga a stipulare una fideiussione fino alla scadenza del contratto di locazione.
In questo modo, anche se io non pagassi più, lui potrebbe escutere la fideiussione chiedendo la parte di canone non corrisposta alla compagnia che ha emesso la polizza.
Chi può emettere una fideiussione?
In Italia solo le banche, le compagnie di assicurazioni e pochissimi altri intermediari finanziari possono emettere fideiussioni, perché chiaramente per fare da garante è fondamentale possedere un patrimonio che non è alla portata di tutti, società finanziarie comprese.
Le garanzie e i coobbligati
C’è, però, una nota dolente: per ricevere una fideiussione bisogna dimostrare di avere qualcosa da perdere, in modo tale che il fideiussore si senta anch’esso più tutelato.
Chi ha un patrimonio modesto o inesistente, e comunque non in linea con gli importi da garantire, non riuscirebbe a trovare una banca o una compagnia di assicurazioni disposte a emettere una fideiussione per suo conto.
Esiste comunque una soluzione, e cioè coobbligare qualcuno con patrimoni adeguati al valore da garantire, come un socio, un parente o anche una società direttamente interessata al buon esito dell’operazione.
La presenza di un garante o coobbligato, infatti, oltre a rendere più facile e veloce la pratica, potrebbe diminuirne sensibilmente il costo.
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Sono Donato Vinci, Agente di Assicurazioni.
Mi occupo di welfare, terzo settore, responsabilità civile professionale, fideiussioni e fornisco consulenza alle aziende sulla corretta gestione e pianificazione dei rischi assicurativi.
Con i miei articoli cerco di rendere più comprensibili i variegati aspetti del nostro mondo.